Ormai è inevitabile che i miei compleanni si espandano come i gas. Non è che mi dispiaccia, anzi!
Venerdì sera cena italiana con Chiharu, una nuova amica - anche lei lavorava nel mio stesso reparto in azienda, l'ho conosciuta ad una cena con i colleghi l'anno scorso e siamo rimaste in contatto.
E' una persona piuttosto straordinaria: innamorata della letteratura norrena, si è laureata nella materia e poi ha preso su e se ne è andata in Islanda, tutta da sola. Là ha conosciuto suo marito e da qualche anno hanno deciso di tornare in Giappone.
Siamo uscire a cena una sera prima di Natale e venerdì abbiamo replicato. le avevo raccontato di un ristorante vicino al Centro Italiano di Cultura. Non che ci fossi stata, ma avevo chiesto indicazioni al gestore che stava aprendo il locale, in una delle mie prime ricerche di casa (stavo cercando la Room 101 (orwelliana...) di una certa weekly mansion, che si era rivelata una stanza al piano terra, virtualmente senza finestre e per giunta in un edificio impacchettato per ristrutturazione.... da soffocamento!). Mi ero ripromessa di provare il ristorante, così, per sfizio o per gratitudine, e avevo raccontato la cosa a Chiharu. Venerdì dunque era la sera. Chiharu, che lavora all'università di Kyoto, quindi lì vicino, avrebbe prenotato.
Ci siamo trovate davanti alla Trattoria Pizzeria Italiana da Luciano. Prima scoperta, non era il ristorante giusto, ma sembrava carino e l'idea di mangiare la pizza mi sorrideva. Entriamo e il cameriere giapponese urla qualcosa verso la cucina che assomiglia a "Due Clienti !!!". Un bel forno a legna in fondo alla sala, la cucina a vista, bel decoro (niente tovaglie a quadrettoni o fiaschi di Chianti) - tutto molto sleek. Bene! Non un italiano in vista. Male! Il menu contempla anche varianti di pizza sofisticate: 4 formaggi con pasta alla romana (ovvero sottile) o con pasta alla napoletana (ovvero più puffosa). Ne ordiniamo una e una (allo straordinario prezzo di 2000 yen ciascuna, come dire, 15 euro e sblisga, un vero insulto a Dio e agli uomini, ma questo è il Giappone, che mi aspetto?). Arrivano due pizze bianche, ben condite... oh, il gorgonzola mi mancava e non me ne ero resa conto. Un buon Nero d'Avola, insomma, tutto più che accettabile. Paghiamo il conto ed usciamo. Il cameriere ci accompagna fin fuori, come si usa qui, inchini su inchini. A quel punto è inevitabile chiedere: " Ma Luciano chi è?" "Lo Chef" "Ma lo Chef è italiano, allora?" "No, no. Luciano è un soprannome...". Beh, avrei in mente io un nome, ma tant'è...
Chiharu comunque è stata così carina da portarmi un regalo di compleanno, che ha portato il totale a ben 3.
Ieri poi ho visto di nuovo Fumi e Manami, che sono venute da Osaka per un allenamento tutto al femminile. Siamo uscite a pranzo insieme e abbiamo celebrato di nuovo. Il compleanno continua....
Venerdì sera cena italiana con Chiharu, una nuova amica - anche lei lavorava nel mio stesso reparto in azienda, l'ho conosciuta ad una cena con i colleghi l'anno scorso e siamo rimaste in contatto.
E' una persona piuttosto straordinaria: innamorata della letteratura norrena, si è laureata nella materia e poi ha preso su e se ne è andata in Islanda, tutta da sola. Là ha conosciuto suo marito e da qualche anno hanno deciso di tornare in Giappone.
Siamo uscire a cena una sera prima di Natale e venerdì abbiamo replicato. le avevo raccontato di un ristorante vicino al Centro Italiano di Cultura. Non che ci fossi stata, ma avevo chiesto indicazioni al gestore che stava aprendo il locale, in una delle mie prime ricerche di casa (stavo cercando la Room 101 (orwelliana...) di una certa weekly mansion, che si era rivelata una stanza al piano terra, virtualmente senza finestre e per giunta in un edificio impacchettato per ristrutturazione.... da soffocamento!). Mi ero ripromessa di provare il ristorante, così, per sfizio o per gratitudine, e avevo raccontato la cosa a Chiharu. Venerdì dunque era la sera. Chiharu, che lavora all'università di Kyoto, quindi lì vicino, avrebbe prenotato.
Ci siamo trovate davanti alla Trattoria Pizzeria Italiana da Luciano. Prima scoperta, non era il ristorante giusto, ma sembrava carino e l'idea di mangiare la pizza mi sorrideva. Entriamo e il cameriere giapponese urla qualcosa verso la cucina che assomiglia a "Due Clienti !!!". Un bel forno a legna in fondo alla sala, la cucina a vista, bel decoro (niente tovaglie a quadrettoni o fiaschi di Chianti) - tutto molto sleek. Bene! Non un italiano in vista. Male! Il menu contempla anche varianti di pizza sofisticate: 4 formaggi con pasta alla romana (ovvero sottile) o con pasta alla napoletana (ovvero più puffosa). Ne ordiniamo una e una (allo straordinario prezzo di 2000 yen ciascuna, come dire, 15 euro e sblisga, un vero insulto a Dio e agli uomini, ma questo è il Giappone, che mi aspetto?). Arrivano due pizze bianche, ben condite... oh, il gorgonzola mi mancava e non me ne ero resa conto. Un buon Nero d'Avola, insomma, tutto più che accettabile. Paghiamo il conto ed usciamo. Il cameriere ci accompagna fin fuori, come si usa qui, inchini su inchini. A quel punto è inevitabile chiedere: " Ma Luciano chi è?" "Lo Chef" "Ma lo Chef è italiano, allora?" "No, no. Luciano è un soprannome...". Beh, avrei in mente io un nome, ma tant'è...
Chiharu comunque è stata così carina da portarmi un regalo di compleanno, che ha portato il totale a ben 3.
Ieri poi ho visto di nuovo Fumi e Manami, che sono venute da Osaka per un allenamento tutto al femminile. Siamo uscite a pranzo insieme e abbiamo celebrato di nuovo. Il compleanno continua....
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