Il miglior volo della mia vita. Una intera Business Class quasi tutta per me, una disposizione dei sedili inedita, persino il finestrino nella toilette. Soprattutto la gioia vera di viaggiare Business senza una agenda di lavoro davanti e senza uno stronzo autentico di fianco, i.e. il mio ex manager..
Mi godo Wolverine Samurai,
incredibilmente girato anche nel tempio di Shiba a Tokyo, che ho
visitato tante mattine per avere l’ultimo sprazzo di Giappone negli
occhi prima di prendere lo shuttle bus per Narita.
Torno in Europa felice di tornare, per
vedere gli amici e la mia famiglia, mia madre e i miei fratelli. La
mia casa, le mie case, le mie cose. Felice di trovare l’inverno, di
ritrovare i canali di Utrecht, i portici di Bologna, l’enoteca di
Legnano. Felice di ritrovare il mio golf, paradossalmente.
Ma poi felice di tornare, sapendo che
non ho ancora finito in Giappone. No, non è il posto dove penso di
trasferirmi, tranquilli, ma vorrei terminare quello che ho iniziato,
un po’ per coerenza, un po’ perché penso di poter imparare un
mestiere nuovo ed appetibile.
Ho scoperto con
grande sorpresa, giusto ieri sera alla cena aziendale di fine anno,
il Bonenkai, che uno dei maestri che ammiro di più al mondo
(e che conosco da oltre venti anni), si è preso il disturbo di
SCRIVERE UNA LETTERA al mio Presidente (che mi ha raccontato tutto ciò) per
chiedere di me ed accertarsi che io stessi bene. Non sono gesti che
si prendono alla leggera, è stato commovente, così come la
telefonata in ufficio direttamente a me di un altro maestro molto
caro. Evidentemente sto suscitando un po’ di scompiglio nella
comunità dei miei amici e conoscenti. Forse non pensavano avrei
retto alla vita lavorativa in Giappone. Quando ho detto ad una
compagna di keiko che mia madre ha 94 anni ed è “a tough
cookie”, mi ha detto, adesso capisco da chi hai preso tu. Non
l’avevo mai vista in questo modo, ma sì, io sono figlia anche di
mia madre, non solo di papà. Ci vuole un po’ a disfarmi, come
testimoniano i risultati del checkup medico aziendale: a parte
l’occhio destro, corretto malamente, per il resto ha avuto A su
tutta la linea – calata 4 chili, un colesterolo mai così basso, il
Giappone mi sta rendendo più forte, anche se non più ricca.
Cosa farò una volta in Europa? Mi
immergerò voluttuosamente in formaggio di capra e salumi, pasta
corta a fiumi e frutta frutta frutta, E vino, ma in compagnia di chi
lo sa reggere.
Fumi è venuta all’aeroporto a
salutarmi, le ho ammollato un intero trolley pesantissimo, tutti i
miei libri e gli indumenti che probabilmente mi serviranno ancora. E’
una grande amica, è un privilegio conoscerla, e non è una scoperta
di oggi. Un’altra persona che non vedo l’ora di rivedere è
Alessandra, amica di recente data che abita a Osaka, ma con cui ho
fatto un pomeriggio e una sera di chiacchiere piacevolissime. Anche
Renato, sarà bello rivedersi per un keiko a Nanba.
Ma questo sarà a gennaio. Prima
Natale, dove il Natale nel bene o nel male significa qualcosa.
Tortellini soprattutto. E, non dimentichiamolo, ci sono ancora
residui di Cinqueperdieci, che mi dovrà per amore o per forza
accompagnare ancora per un po’….
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