domenica 1 dicembre 2013

Avvento

E non mi riferisco al Santo Bambinello, bensì alla Benedetta Sottoscritta, la quale finalmente ha messo in chiaro al lavoro che il giorno 18 dicembre, portata sulle ali della Business Class Finnair, se ne tornerà in quel di Schiphome, dove spera l'accoglieranno le Arcangele e le Cherubine e magari un occasionale Re Mago.
Che io torni in Europa, è fuor di dubbio. Quanto rimanga, è ancora invece tutto da decidere. Il fatidico colloquio di fine test difficilmente avverrà prima di un'altra settimana, anche se il contratto finisce il giorno 3 dicembre.
A mezze parole mi aspetterebbero di nuovo a Kyoto il 6 gennaio, ma non è ufficiale, non è sicuro, non si dice, non si mormora e nemmeno si deve pensare. Ergo, mi concentro sull'immediato.

Arrivo il 18 dicembre alle 18,15 con il volo AY0845, rimango un po' a casa ad Utrecht, ma già ho il volo per Bologna, domenica 22 dicembre. Pensavo di guidarmela giù fino a Milano e poi Bologna, ma poi mi sono resa conto che lo sbattimento sarebbe stato eccessivo, specialmente attraverso l'Europa gelata. Dopo Natale (ovvero dopo la Cena degli Ingegneri del 27) prendo un Italo e vado a Milano e poi a casa a Legnano. Parrucchiere, amici e poi via di nuovo verso Bologna. Torno in Olanda il giorno 3 gennaio. Dopo, è tutto da vedere.

Natale a casa con la mamma, non esiste un altro modo. Sotto i portici di Shijo si sente la musichetta di stagione, ma qui il Natale è un giorno come un altro, un vero fatto puramente commerciale. Il 25 si lavorerebbe. Vi giuro, alla sola idea di lavorare il giorno di Natale mi vengono i lucciconi. E non perchè sia un giorno di particolare valenza religiosa, ma perchè il giorno che ho sempre amato, che fa casa, che fa famiglia, che mi ricordo da quando ero troppo piccola persino da sapere che mia madre si chiamasse Renata. L'odore dell'albero di Natale, la pentola del brodo sul fuoco, i vetri appannati della cucina su cui disegnare due uova, una sigaretta, una scatola di fiammiferi e tutto il giro della piazza: e la casa piena di gente, dai tempi della zia Nina a quando mio fratello e mia sorella venivano con le nipoti.
E naturalmente si mangiano i tortellini. Senza tortellini (buoni) non esiste Natale.


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