martedì 19 giugno 2012

Barcellona, venti anni dopo

Sono tornata a Barcellona per una riunione di lavoro. L'avevo vista nel 1992, prima delle Olimpiadi, quando tutto era un cantiere polveroso. Ci arrivai in camper, assieme agli amici del kendo (eravamo in 5, la Manu, la Miranda, il Bushi, il Babbo ed io), parcheggiamoo sulla collina di Montjuic davanti al palazzetto dello sport dove si sarebbero svolti i Campionati Europei e tutte le sere offrivamo il caffè ai poliziotti che venivano a bussare alla nostra porta per vedere se fossimo pericolosi terroristi baschi.
Un viaggio indimenticabile, da Bologna a Barcellona. Divertentissimo all'andata e tragico al ritorno: non appena rimisi piede in Italia, la mia situazione lavorativa precipitò, la mamma venne scippata e si ruppe la gamba, la mia vita si avviò per una china che portò ad eventi devastanti che ancora oggi mi fanno soffrire al solo pensiero. Ho avuto 29 anni di vita felici e poi più: e sono finiti esattamente quando sono tornata da Barcellona per la prima volta.

Non avevo quindi alcuna aspettativa riguardo alla città, immersa come ero in brutte reminiscenze. Ora è decisamente ripulita, c'è una nuova marina, il clima è stato dolce e piacevole. La compagnia dei colleghi è stata tutto sommato niente male: abbiamo fatto una caccia al tesoro per le vie del Barrio Gotico, una bella scusa per camminare con il naso per aria e rintracciare il passaggio di Gaudì.
















1 commento:

Paolo Grazioso ha detto...

Tutto molto bello. Barcelona è il solo posto al mondo dove vorrei utilizzare la bomba al neutrone, quella che distrugge ogni forma di vita ma lascia intatte le cose.

Ripulita dei due milioni di stronzi che la popolano (a cominciare dagli sbirri, i più arroganti mai visti in uno stato democratico) sarebbe proprio una città stupenda.