Maliebaan e' un unico lungo tappeto di crochi bianchi e viola, i narcisi del giardino sono pronti a fiorire (devo dire che finora gli unici fiori che hanno avuto coraggio sono quelli che ho ereditato dai precedenti proprietari... i miai preziosi tulipani bianchi e neri si faranno vivi piu' avanti...), ma anche oggi pioviggina. Devo andare a comprare la pasta brise' per la Tarte Tatin (ho gia' le renette), ma non e' che abbia una gran voglia di uscire...
Mi faccio un bel caffe' e intanto ci penso.
Oggi mi e' arrivata una lettera dal Comune. Mi chiedono se voglio votare per le Elezioni Europee in Olanda: ovvero, per un candidato Olandese, invece che per uno Italiano.
Non me lo aspettavo, la domanda mi mette in imbarazzo.
Non so nulla della politica olandese - e per questo sono cosi felice qui. Sarebbe una grande occasione per voltare le spalle al desolato panorama italiano, per dimenticare l'avvilimento e per provare a credere per una volta che la politica non sia un immondo teatrino di nani e ballerine.
D'altra parte, potrei attenermi alle liste italiane e buttare via ancora una volta il mio voto - come ho avuto la sensazione di fare tante volte entrando al seggio a Legnano. Almeno cosi' potrei rispettare il nobile principio che bisogna pur provare a fare qualcosa per questa (quella) povera Italia.
Ricordo come se fosse oggi cosa dissi all'indomani delle elezioni perse di misura da Berlusca, Lega e complici, grazie ai voti arrivati da oltre frontiera: "Da grande voglio fare l'Italiana all'estero!". Detto, fatto. Potrei ancora giocare la parte della cavalleria che arriva al soccorso? Non ci credo tanto, quindi pensero' un po' alla richiesta del Comune di Utrecht e non e' detto che non faccia la prima, vera, concreta mossa verso il mio "Inburgering".
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