In linea teorica, sono in partenza per il Brasile. In pratica, mi sento ancora nel limbo. Il mio capo ha problemi famigliari seri e la sua brillante soluzione manageriale è quella di cancellare a brevissimo termine tutti gli impegni lavorativi che ha, indipendentemente dal numero delle persone coinvolte. La cosa sta andando avanti da un po', includendo sia gli eventi prevedibili, sia le complicazioni correlate, e stiamo rasentando il ridicolo, se la cosa non fosse tragica.
Comunque sia, domani ho la riunione di reparto (sarà vero?) e forse avrò una conferma della missione brasiliana. Staremo a vedere.
Come di consueto, lavorare da casa ha indubbi vantaggi, come quello di poter cucinare quello che mi va (la divina vellutata di zucca ha colpito ancora). Mi vengono in mente anche progetti bizzarri, tipo fare la ricotta in casa, che peraltro falliscono miseramente (ma meglio un capitombolo, che non provarci mai), ma rimane il tempo per occuparmi di cose prioritarie, quali le mie nuove lenti a contatto bifocali.
Ieri ho ritirato le lenti di prova e le ho indossate in casa, oggi mi riservo di provarle fuori e in palestra - ho due settimane davanti, sembra che siano promettenti, ma aspetto la prova dei fatti.
Mi sento un po' sospesa, tuttavia, non solo per l'incertezza sul viaggio in Brasile, ma anche perché mi pare di dover fare qualcosa di pressante, senza riuscire ad individuare cosa sia. Mi mancano delle persone, ma mi rendo conto di non poter essere io a cercarle. Ho cose da fare, ma non posso farle prima dell'anno nuovo e già mi sento in ritardo. Ho un breve arretrato di attività spicce da eseguire in casa, ma continuo a rimandare. E' come se il tempo sia contemporaneamente vischioso e rarefatto, mi riesce complicato muovermi con scioltezza. Chissà che cosa vorrà dire.
Comunque sia, domani ho la riunione di reparto (sarà vero?) e forse avrò una conferma della missione brasiliana. Staremo a vedere.
Come di consueto, lavorare da casa ha indubbi vantaggi, come quello di poter cucinare quello che mi va (la divina vellutata di zucca ha colpito ancora). Mi vengono in mente anche progetti bizzarri, tipo fare la ricotta in casa, che peraltro falliscono miseramente (ma meglio un capitombolo, che non provarci mai), ma rimane il tempo per occuparmi di cose prioritarie, quali le mie nuove lenti a contatto bifocali.
Ieri ho ritirato le lenti di prova e le ho indossate in casa, oggi mi riservo di provarle fuori e in palestra - ho due settimane davanti, sembra che siano promettenti, ma aspetto la prova dei fatti.
Mi sento un po' sospesa, tuttavia, non solo per l'incertezza sul viaggio in Brasile, ma anche perché mi pare di dover fare qualcosa di pressante, senza riuscire ad individuare cosa sia. Mi mancano delle persone, ma mi rendo conto di non poter essere io a cercarle. Ho cose da fare, ma non posso farle prima dell'anno nuovo e già mi sento in ritardo. Ho un breve arretrato di attività spicce da eseguire in casa, ma continuo a rimandare. E' come se il tempo sia contemporaneamente vischioso e rarefatto, mi riesce complicato muovermi con scioltezza. Chissà che cosa vorrà dire.
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