Beh, passata la seccatura di trovarmi la Cappella Sistina sigillata, ho pensato che Roma durante il Conclave sarebbe stato un luogo a tale densità di Spirito Santo che la mia ricerca non poteva svolgersi in un momento più adeguato.
Dopo aver camminato in lungo e in largo per Roma - che è una delle mie città preferite, anche a dispetto di me stessa (come direbbe Darcy nella versione Colin Firth, “against my better judgement”) - mi sono resa conto che a Roma ben poco ha il marchio del Sacro.
Se l'interpretazione sintetica che ho dato all'idea di Sacro è "una combinazione di Potenza e di Mistero", è chiaro che a Roma tutto urla di POTERE BRUTALE, urlato a pieni polmoni e non certo misterioso. Anche il Conclave, che dovrebbe essere un momento di segreti e di forze sovrannaturali all'opera, è vissuto dai Romani più come un grande momento di aggregazione - e l'occasione per qualche scommessa. Come acutamente ha notato Giulio, in fondo avere il Vaticano a Roma è un po' come avere una celebrity che abita nella stessa via: c'è un brivido di protagonismo, un godere di luce riflessa che i Romani in fondo sperimentano, letteralmente, da millenni. Questo dice tanto della personalità collettiva degli abitanti dell'Urbe.
I Musei Vaticani, Cappella Sistina o no, sono un'orgia dell'abbondanza. Sono persino TROPPI e soprattutto BUTTATI IN FACCIA al visitatore, con una sprezzatura che lascia allibiti. I custodi sono numerosi, ma distratti (facevano tutti il totopapa, raccolti in gruppetti), la gente turbina intorno a capolavori straordinari forse senza nemmeno rendersi conto. Il Sacro, qui? Non pervenuto.
Piazza San Pietro in attesa della prima fumata (nera) è già un'esperienza diversa. Emozionante. Un rito collettivo, Un grattacapo di ordine pubblico. Il Senso della Storia che si celebra. Il Sacro? Ripassate, per favore.
Mi domando: forse che per me il Sacro debba essere in qualche modo "esotico"? ovvero lontano da quella che è stata la mia istruzione religiosa infantile? E' la Chiesa Cattolica cosa troppo nota (o notoria) per avere quella scintilla oscura di mistero che per me si coniuga con il concetto di Sacro?
Ci sto riflettendo.
Posso dire che se anche non ho avvertito la presenza del Numinoso, l'unico momento di commozione l'ho avuto davanti alla jeep su cui viaggiava Giovanni Paolo II al momento del suo attentato.
Un momento di brivido zombie, invece, c'è stato davanti ai modelli sbertucciati degli angeli del Bernini - fatti di creta, costruiti su tralicci di metallo e cannicci legati.
Che sia la fragilità nascosta di uomini e cose, più che il Sacro, potente e misterioso, il tratto che veramente mi tocca?
Dopo aver camminato in lungo e in largo per Roma - che è una delle mie città preferite, anche a dispetto di me stessa (come direbbe Darcy nella versione Colin Firth, “against my better judgement”) - mi sono resa conto che a Roma ben poco ha il marchio del Sacro.
Se l'interpretazione sintetica che ho dato all'idea di Sacro è "una combinazione di Potenza e di Mistero", è chiaro che a Roma tutto urla di POTERE BRUTALE, urlato a pieni polmoni e non certo misterioso. Anche il Conclave, che dovrebbe essere un momento di segreti e di forze sovrannaturali all'opera, è vissuto dai Romani più come un grande momento di aggregazione - e l'occasione per qualche scommessa. Come acutamente ha notato Giulio, in fondo avere il Vaticano a Roma è un po' come avere una celebrity che abita nella stessa via: c'è un brivido di protagonismo, un godere di luce riflessa che i Romani in fondo sperimentano, letteralmente, da millenni. Questo dice tanto della personalità collettiva degli abitanti dell'Urbe.
I Musei Vaticani, Cappella Sistina o no, sono un'orgia dell'abbondanza. Sono persino TROPPI e soprattutto BUTTATI IN FACCIA al visitatore, con una sprezzatura che lascia allibiti. I custodi sono numerosi, ma distratti (facevano tutti il totopapa, raccolti in gruppetti), la gente turbina intorno a capolavori straordinari forse senza nemmeno rendersi conto. Il Sacro, qui? Non pervenuto.
Piazza San Pietro in attesa della prima fumata (nera) è già un'esperienza diversa. Emozionante. Un rito collettivo, Un grattacapo di ordine pubblico. Il Senso della Storia che si celebra. Il Sacro? Ripassate, per favore.
Mi domando: forse che per me il Sacro debba essere in qualche modo "esotico"? ovvero lontano da quella che è stata la mia istruzione religiosa infantile? E' la Chiesa Cattolica cosa troppo nota (o notoria) per avere quella scintilla oscura di mistero che per me si coniuga con il concetto di Sacro?
Ci sto riflettendo.
Posso dire che se anche non ho avvertito la presenza del Numinoso, l'unico momento di commozione l'ho avuto davanti alla jeep su cui viaggiava Giovanni Paolo II al momento del suo attentato.
Un momento di brivido zombie, invece, c'è stato davanti ai modelli sbertucciati degli angeli del Bernini - fatti di creta, costruiti su tralicci di metallo e cannicci legati.
Che sia la fragilità nascosta di uomini e cose, più che il Sacro, potente e misterioso, il tratto che veramente mi tocca?
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