Domenica scorsa ho visitato il Museo di Groningen. Disegnato dal nostro Alessandro Mendini di alessiana memoria (chi si aspettava che dopo i cavatappi il Nostro si cimentasse in un intero museo?), non posso dire di essere rimasta colpita: sembra che i motivi ricorrenti siano gli aculei con cui corona gli edifici (cosi come aveva fatto a Crusinallo di Omegna con le Officine Alessi) e in generale un decoro interno che ricorda i rivestimenti di bagni e cucine degli anni Cinquanta. Giudizio troppo crudele per un grande dell'architettura? Puo' darsi, ma non posso sempre farmi piacere tutto.
Al danno e' stata unita la beffa: l'esibizione attualmente in corso riguarda l'arte contemporanea cinese.
Senza una buona dose di senso dell'umorismo (pecoreccio e non), e' impossibile visitare la mostra. Gli artisti cinesi di oggi sembrano divertirsi parecchio - probabilmente perche' i nuovi ricchi cinesi comprano le loro opere comunque. Allora perche' non presentare un tazebao fatto di gusci di uova (di gallina, di anatra, di quaglia, di struzzo)? O una Pechino fatta di pentole di acciaio inossidabile (a proposito di Crusinallo di Omegna, la Lagostina dovrebbe assolutamente assicurarsi l'opera...)? E che dire dell'enorme merda di plastica, dalla quale emergono soldatini e mezzi militari, intitolata "Indigestione"? Ma come non menzionare lo spennacchiato angelo caduto, intrappolato in una gabbia assieme ai propri escrementi? C'e' anche un autoritratto di uno degli artisti, in una installazione intitolata "Desperate Pee"... Insomma dall'escatologia alla scatologia pura... Allineato al feeling generale, il container che vomita articoli di plastica da poco prezzo, con cui la Cina sta letteralmente invadendo il mondo. Diciamo che potra' passare un po' prima che queste opere trovino una sistemazione permamente...
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