Domenica libera. Prendo la macchina (sara' l'ultima gita con questa Audi, giovedi' ne avro' un'altra, definitiva) e vado a Den Helder. C'ero gia' stata con la Donamat, non mi fermo se non per parcheggiare e comprare il biglietto del traghetto e via, verso l'isola di Texel, la piu' grande delle isole Frisone.
La traversata dura appena mezz'ora, su un traghetto a dir poco lussuoso - io che associo la parola traghetto a quelle sudicie bagnarole immonde che la Tirrenia fa viaggiare fra Civitavecchia e la Sardegna, piene di sardi e di romani maleducati, non posso fare a meno di meravigliarmi.
Prendo il bus all'arrivo (la mia strippenkaart funziona anche qui: in tutta l'Olanda si puo' viaggiare con un unico tipo di biglietto - un citypass nazionale...) e attraverso tutta l'isola fino a De Koog. Il bus passa fra fattorie, pascoli e sterminati campi di orzo - a Texel si fa una birra piuttosto gustosa e a quanto pare parecchio bevuta dai vacanzieri che la popolano in estate. De Koog non ha nulla di speciale, sembra una micro Rimini, con la sua strada pedonale fiancheggiata da gelaterie, ristoranti e negozi che vendono abiti estivi da poco prezzo. Proseguo verso al spiaggia. In Olanda, per andare al mare si va in salita - un primo argine divide il centro abitato dalla zona delle dune - i parcheggi sono stati astutamente sistemati in una depressione che li rende invisibili da lontano, in un modo che avrebbe fatto piacere a "Capability" Brown - tramite un ponte si passa dall'argine alle dune coperte di sparto che proseguono a perdita d'occhio. E oltre le dune una spiaggia straordinaria, battuta dal vento - e' quasi impossibile stare in piedi: anche la schiuma del mare viene soffiata via e rotola lontano.
Dopo una breve passeggiata, trovo rifugio in un bar - ben protetta dai vetri, assaggio la Texels Skuumkoppe e ci accompagno un bel piatto di patate fritte con maionese (frittura di patate e fioritura di rose canine - i due sentori di De Koog...).
C'e' il sole, ma anche un vento inarrestabile - per fortuna non mi sono fatta tentare dalle biciclette a noleggio (a parte il piccolo dettaglio che De Koog dista 12 km dal porto), pedalare controvento e' come pedalare in salita!
Riprendo il bus, che mi porta a spasso per altri piccoli centri - tante casette graziose allineate lungo l'immancabile canale, indicazioni di camping invisibili, tante persone con lo zaino in spalla che si godono una giornata sull'isola. Arrivo giusta giusta per il traghetto delle 17 - prendo l'auto e torno a casa.
Stasera c'e' la partita dell'Italia... e come al solito non la guardero'.
La traversata dura appena mezz'ora, su un traghetto a dir poco lussuoso - io che associo la parola traghetto a quelle sudicie bagnarole immonde che la Tirrenia fa viaggiare fra Civitavecchia e la Sardegna, piene di sardi e di romani maleducati, non posso fare a meno di meravigliarmi.
Prendo il bus all'arrivo (la mia strippenkaart funziona anche qui: in tutta l'Olanda si puo' viaggiare con un unico tipo di biglietto - un citypass nazionale...) e attraverso tutta l'isola fino a De Koog. Il bus passa fra fattorie, pascoli e sterminati campi di orzo - a Texel si fa una birra piuttosto gustosa e a quanto pare parecchio bevuta dai vacanzieri che la popolano in estate. De Koog non ha nulla di speciale, sembra una micro Rimini, con la sua strada pedonale fiancheggiata da gelaterie, ristoranti e negozi che vendono abiti estivi da poco prezzo. Proseguo verso al spiaggia. In Olanda, per andare al mare si va in salita - un primo argine divide il centro abitato dalla zona delle dune - i parcheggi sono stati astutamente sistemati in una depressione che li rende invisibili da lontano, in un modo che avrebbe fatto piacere a "Capability" Brown - tramite un ponte si passa dall'argine alle dune coperte di sparto che proseguono a perdita d'occhio. E oltre le dune una spiaggia straordinaria, battuta dal vento - e' quasi impossibile stare in piedi: anche la schiuma del mare viene soffiata via e rotola lontano.
Dopo una breve passeggiata, trovo rifugio in un bar - ben protetta dai vetri, assaggio la Texels Skuumkoppe e ci accompagno un bel piatto di patate fritte con maionese (frittura di patate e fioritura di rose canine - i due sentori di De Koog...).
C'e' il sole, ma anche un vento inarrestabile - per fortuna non mi sono fatta tentare dalle biciclette a noleggio (a parte il piccolo dettaglio che De Koog dista 12 km dal porto), pedalare controvento e' come pedalare in salita!
Riprendo il bus, che mi porta a spasso per altri piccoli centri - tante casette graziose allineate lungo l'immancabile canale, indicazioni di camping invisibili, tante persone con lo zaino in spalla che si godono una giornata sull'isola. Arrivo giusta giusta per il traghetto delle 17 - prendo l'auto e torno a casa.
Stasera c'e' la partita dell'Italia... e come al solito non la guardero'.
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